Calming Madness

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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 13/5/2010, 19:49




Ook!!! Miei cari fans, che continuate a leggere le min...ehm...cavolate che scrivo, eccovi l'ultima idea partorita dal mio cervello perverso!!! Vorrei precisare un po' di cose prima di cominciare... allora... anche se all'inizio non sembra, questa fan fiction, diventerà presto alquanto perversa e sanguinolenta - come tutte le mie opere ù_ù -quindi non è consigliabile alle persone deboli di cuore... infine, l'ho scritta in modo un po' complicato a voi, poveri esseri umani, comunque ogni capitolo è descritto sotto il punto di vista di un personaggio diverso, indicato nel titolo..
Spero vi piaccia!!!!

Capitolo 1 – Incontro ~ Hikaru Kobayashi

L’odore dei petali di ciliegio, così intenso, mi fece dimenticare per un attimo il motivo per cui mi trovavo in quel luogo, a me totalmente sconosciuto. Un attimo prima mi sentivo totalmente a disagio, ma in quel momento quel profumo mi faceva sentire bene. A casa mia non erano molti i ciliegi, quindi l’odore prodotto dagli infiniti alberi sul vialetto mi faceva uno strano effetto.
“Hikaru-Sama”
Mi richiamò Kikyo. Il suo sguardo, severo, ma allo stesso tempo dolce, mi fece tornare alla realtà.
“Scusami, Kikyo”
Lei sospirò.
“Dovrebbe stare un po’ più attenta e non dimenticare mai il motivo per cui si trova qui! Siamo venute fin qua, da Nagano, per gli affari della sua famiglia”
“Lo so, lo so”
Eravamo arrivate da poco a Kyoto, e già ci eravamo perse.
Dovevamo ritrovarci in un piccolo paesino nelle vicinanze, ma non avevamo idea di dove si trovasse.
Lì avrei conosciuto i rappresentanti delle altre 6 grandi famiglie. Le persone con cui avrei lavorato.
E, a dire la verità, si trattava di un lavoro veramente ingrato. È abbastanza difficile spiegare così. Beh, meglio partire dalla leggenda, che mi era sempre sembrata una cavolata, da cui sono cominciate tutte le mie disgrazie.
Questa narra che, due secoli fa, Enma, il Dio degli Inferi, uscì dall’inferno per poter governare la nostra terra, quella dei vivi, proprio come già faceva con quella dei morti. Ovviamente gli uomini non potevano permetterlo, così combatterono contro il Dio, riuscendo a risigillarlo negli Inferi. In realtà erano solo sette persone, quelle che ora vengono definiti i rappresentanti delle 7 grandi famiglie: Kimihiro Takahashi, Sakura Watanabe, Suzaku Yamada, Hideki Yoshida, Kamui Kimura, Miyuki Sugiyama e per finire Yuko Kobayashi. Si dice che queste sette famiglie sottrassero al Dio parte dei suoi poteri, costituiti dagli elementi acqua, fuoco, terra, aria, fulmine, luce e tenebre. Sembra però che il sigillo non sia abbastanza potente e ogni 10 anni i nuovi rappresentanti delle famiglie devono venire per rinsaldarlo. Ma non solo. Infatti, oltre a questo inutile dispendio di energie, avrei dovuto cacciare i demoni che raccoglievano energia per far tornare il loro Dio sulla Terra, tentando gli inconsapevoli esseri umani.
Ecco il motivo per cui mi trovavo in quel luogo.
Che sia vero o no, a me sembrava solo una cavolata e ciò che più mi faceva arrabbiare era fare tutta quella strada per una cosa del genere.
“Uff!! Ma dove diavolo dobbiamo andare!!”
Chiesi ormai disperata.
“Padroncina! Non usi quel linguaggio!”
“Non chiamarmi padroncina, Kikyo!”
Sospirò di nuovo.
“Ci siamo quasi, credo”
Credo questo mi doveva tranquillizzare?
Questa volta fui io a sospirare.
“Chiediamo indicazioni!”
Ordinai infine.
“Ma non c’è nessuno! Come facciamo?”
Giusta osservazione.
Mi stavo per mettere a piangere per la disperazione.
E così vagammo con l’auto su una strada deserta per altre tre o quattro ore. Poi ci fu il miracolo. In fondo alla strada, vedemmo due fari.
“QUALCUNOOO!!”
Urlai, indicando le luci.
Accostammo, Kikyo abbassò il finestrino, ma prima che potesse fare altro, un ragazzo dai capelli castani, scese dalla macchina. Si avvicinò a noi.
“Hikaru Kobayashi?”
Mi chiese.
“Sì” risposi seria
“Per fortuna è ancora viva!”
Rispose sollevato e, sorridendo, disse:
“Ci segua, la portiamo al luogo di incontro”
Risalì in auto e ripartì. Come da lui richiesto, lo seguimmo.

Arrivammo ad una casa molto rustica. Qui ci fece cenno di parcheggiare.
Scesi dall’auto seguita da Kikyo e raggiunsi il ragazzo di fronte alla porta.
Grazie alla luce della lampada, potei vedere lo splendido colore degli occhi: un brillante verde smeraldo.
Aprì la porta e, sorridendo, ci fece cenno di entrare.
“Ah, che sbadato! Non mi sono ancora presentato! Io sono Chika Yoshida”
Mi porse la mano.
“Yoshida?”
Chiesi un po’ incredula.
“Sì certo. Rappresentante di quella famiglia Yoshida”
Disse mostrandomi lo stemma della famiglia, unico sistema che avevamo per riconoscerci, essendo i nostri cognomi troppo comuni.
Non potei che concludere che fosse veramente lei, grazie all’ippogrifo rappresentato su di esso.
Gli strinsi la mano, scusandomi per la poca fiducia.
Mi fece strada ed entrammo in una stanza dove ordinò a Kikyo di non entrare.
Lì dentro c’erano altre due ragazze e tre ragazzi. Le due ragazze e uno dei ragazzi seduti su di un divanetto, mentre gli altri due per terra.
Una aveva dei bellissimi capelli neri, che facevano contrasto con gli occhi del colore del ghiaccio. La pelle era molto chiara, quasi pallida come la mia, e aveva delle gambe lunghissime. Aveva indosso un vestito simile ad una divisa, dello stesso colore degli occhi. A completare il tutto, c’era un capellino, simile ad un basco, che rendeva il tutto non solo sportivo, ma anche elegante.
Sicuramente molto bella, ma non era certo l’unica dalla bellezza straziante.
L’altra ragazza era china su un libro e sembrò non notare nemmeno la mia presenza. Aveva dei lunghi capelli neri boccolosi e gli occhi dorati. Aveva un vestito in stile Lolita, completo di fascia sui capelli e guanti, rosso chiaro. La pelle era molto chiara, leggermente più rossa sulle guance, ma non sembrava esserci stato l’aiuto di phard o altri cosmetici.
Al suo fianco c’era un ragazzo, sempre dai capelli neri, non troppo corti, ma i suoi occhi erano grigi e assolutamente inespressivi. Non so esattamente il perché sembrasse così bello, ma forse era proprio la sua totale inespressività e indifferenza nei confronti di tutti. Aveva indosso una camicia bianca, di cui i primi bottoni erano slacciati, lasciando intravedere il suo fisico perfetto, e un paio di pantaloni di pelle nera.
Gli altri due ragazzi non erano meno belli.
Uno dei due aveva dei capelli castano scuro, che arrivavano alle spalle, con la frangetta. I suoi occhi erano viola acceso. Era vestito completamente in pelle nera, decisamente troppo aderente, con alcune rifiniture viola.
L’ultimo, aveva dei capelli lunghi e biondi, raccolti in un codino. Gli occhi erano verdi, più chiari rispetto a quelli di Chika, ma non per questo meno belli. Indossava una maglia bianca, con sopra una giacca dello stesso colore ed i risvolti azzurri. Anche i pantaloni erano bianchi, fermati da una cintura dello stesso azzurro della giacca.
Mi girai verso il ragazzo che mi aveva appena fatto da guida e notai che era molto più bello di ciò che mi sembrasse prima.
I suoi capelli erano castani, molto chiari, simili al color dell’oro, lisci, con un paio di occhialoni sulla testa – probabilmente per proteggersi dai raggi solari. Anche il suo vestito sembrava una divisa scolastica, ma era verde e bianco.
Mi sentii depressa, in confronto a loro, io ero poco più che decente.
“Ragazze, lei è Hikaru Kobayashi!”
Mi presentò agli altri.
Indicò la prima ragazza, quella dagli occhi di ghiaccio.
“Lei è Umiko Takahashi”
La ragazza mi fissò con aria di superiorità.
“Questa è la scema che è riuscita a perdersi?”
“Sì, piacere!”
Risposi con un sorriso, mentre avrei voluto tirarle un pugno in faccia.
Poi passò al ragazzo dalla camicia indecente.
“Lui è Yoru Watanabe”
Non mi degnò di uno sguardo.
Non sapevo se dire qualcosa o meno, ma fortunatamente Chika, passò ai due in terra.
“Quello con i capelli biondi è Rai Sugiyama, mentre quello con i capelli castani è Kunihiko Yamada”
Entrambi interruppero il loro parlottare e mi salutarono allegramente.
Almeno un benvenuto come si deve.
Li salutai a mia volta.
Infine passò alla ragazza vestita in stile Lolita.
“Infine lei è Hinata Kimura”
La ragazza interruppe la lettura e, sorridendo, mi diede il benvenuto. Mentre sorrideva non potei che sentirmi troppo inferiore confronto alla sua bellezza, ma facendo finta di niente la ringraziai sorridendo.
Mi accomodai su una poltrona.
Rimasi qualche secondo a riordinare le idee sulle rispettive famiglie e mi venne un colpo quando ricordai la storia della famiglia Kimura.
Si può dire che fosse una delle meno raccomandabili, una famiglia di assassini, che però era stata sterminata completamente 8 anni prima. A quanto pare c’era una superstite e, almeno a prima vista, non sembrava affatto pericolosa. Anzi era stata una delle più gentili. Magari si era salvata l’unica sana di mente della famiglia. Lo sperai con tutto il cuore.
Mi rilassai per qualche secondo sulla poltrona

Capitolo 2 – Irritazione ~ Hinata Kimura

Salutata la nuova ragazza, ripresi a leggere il mio libro. Questa volta era uno che parlava di un uomo che aveva fatto un patto col diavolo per poter rimanere bello e giovane per il resto della vita, grazie ad un dipinto che invecchiava al suo posto. Lo trovavo poco interessante, in realtà. Fin dove ero arrivata, non c’erano ancora stati né omicidi, né dissanguamenti. Una vera noia, e mi pentii di non essermi portata dietro Arancia Meccanica, il mio libro preferito. Lì avrei letto tutto ciò che avrebbe potuto soddisfarmi: omicidi, stupri, manipolazioni, dissanguamenti – o quasi – e tradimenti. Sì, quello era un libro.
“Però mi sembra strano”
Chika, interruppe la mia catena di pensieri. Non avrei voluto ascoltarlo - stava parlando con la nuova ragazza dai sorrisi più finti dei miei – ma, come sempre, il suo tono di voce era troppo alto.
“Cioè.. Ognuna delle famiglie ha un potere, indicato da un preciso colore che in genere dovrebbe riflettersi sul corpo di tutti i discendenti. Ad esempio quello della mia famiglia è la terra che corrisponde al verde, infatti i miei occhi sono verdi. Il potere della tua famiglia è quello della luce e il colore è il bianco, come si può notare dalla pelle bianca, quelli della famiglia Takahashi sono l’acqua e l’azzurro degli occhi di Umiko, per quanto riguarda la famiglia Sugiyama sono il fulmine e il giallo, da cui deriva il biondo dei capelli di Rai, per la famiglia Watanabe il potere è rappresentato delle tenebre e il colore è ovviamente il nero, proprio come i capelli di Yoru, nella famiglia Yamada invece sono il vento e il viola, quello degli occhi di Kunihiko. Però, per quanto riguarda la famiglia Kimura il potere è il fuoco, e il colore dovrebbe essere il rosso. Eppure Hinata non presenta niente di rosso. Si dice che i membri della sua famiglia avessero tutti l’occhio destro rosso, ma i suoi sono entrambi dorati. Mi chiedo se ci sarà veramente utile a risigillare il Dio Enma”
Sempre a parlare della mia famiglia. Senza accorgermene, tutti mi fissavano aspettandosi delle delucidazioni. Feci finta di niente.
“Mi piacerebbe scoprirne il motivo”
Irritante. Chiusi il libro.
“Beh, ti basterebbe chiedere!”
Le dissi sorridendo, intuendo che l’unico modo per poter continuare a leggere era quello di dargli ciò che voleva.
“Te lo sai?”
Chiese sorpreso.
“Ovvio”
Mi avvicinai alla ragazza che mi guardava sognante. La massima aspirazione di un Yoshida, è quello di conoscere tutto. Patetici.
“In realtà, tutti i membri della mia famiglia avevano gli occhi dorati, proprio come i miei”
Spiegai. L’argomento mi fece trasalire un attimo. Nonostante gli otto anni passati, era ancora forte il ricordo di quel giorno.
“L’occhio diventa rosso solo quando usiamo i nostri poteri”
“Quindi anche il tuo...”
“Certo!”
Ancora quello sguardo estasiato.
“Allora mostramelo, il tuo occhio”
Questa volta non era la sognante Chika, ma la persona più irritante che avessi mai conosciuto: Umiko.
“Se te lo mostrassi, moriresti”
Risposi sorridendole.
Mi rise in faccia e mancò veramente poco che perdessi il controllo e la uccidessi sul serio.
Il mio sorriso era scomparso.
“Sei arrabbiata? Povera piccola!”
Ok, se qualcuno non la ferma, ci penso io staccandole la testa
Fortuna, qualcuno capì la pericolosità della situazione. Yoru le impose di smetterla.
Era la prima volta che parlava.
Forse più per la sorpresa che per l’ordine, Umiko si risedette.
Ma non era abbastanza. Volevo che sentisse la paura.
Mi ricordai di una storiella che mi raccontava mio nonno quando ero piccola, una storia del nostro Clan all’epoca della fuga di Enma dall’inferno. In fondo, nonostante non sapessi se fosse vero o meno, era strettamente connesso a ciò che dovevamo fare e, di sicuro, quella là avrebbe smesso di parlare di cose che non le competevano.
“Vi voglio raccontare una storia”
Annunciai. A parte Chika, le altre non mi sembravano molto interessate.
“Si dice che nei diversi Clan, o come le chiamate voi, Famiglie, ci siano molti segreti. Beh, questo è uno del mio.”
A questo punto avevo l’attenzione di tutti.
“È una storia risalente a due secoli fa. Come ho detto prima, quando usiamo i nostri poteri il nostro occhio diventa rosso, mentre quello sinistro rimane dorato. Eppure sembra che un uomo abbia ottenuto il potere assoluto, facendo divenire entrambi gli occhi del colore del sangue. Quest’uomo era il primogenito del capofamiglia, ma non era abbastanza potente per poterne diventare il capo, quindi la sorella minore, alla morte del padre, ne prese il posto. Ovviamente questo provocò un’enorme invidia nei confronti della sorella, tanto da desiderare così tanto potere da poterla superare. Fu così che fece un patto con un diavolo: lui avrebbe ottenuto il potere assoluto, in cambio avrebbe aiutato il diavolo a fuoriuscire dagli Inferi. L’uomo venne immediatamente sopraffatto da un potere molto più forte di lui e perse del tutto il senno. Già perdiamo lucidità con un solo occhio, con due perdiamo del tutto la ragione. Comunque, tanto era il potere da permettergli di distruggere la città di Aomori con un solo colpo. Ovviamente lo avete già capito chi aiutò ad evadere: il Dio Enma. Fu solo per questo che la sorella aiutò i vostri antenati ad imprigionare nuovamente il diavolo che aveva stregato il fratello.”
Sorrisi aspettando delle reazioni. Non importava quali, bastava suscitarne.
“Stai scherzando, vero? Noi siamo qui per riparare agli errori di un tuo antenato?”
La reazione che mi aspettavo dalla lagnosa Umiko.
Le sorrisi annuendo.
Gli altre credo fossero troppe sbalordite per dire qualcosa, o forse spaventate. Persino Yoru sembrava interessato.
Mi alzai.
“Io sono stanca”
Dissi indicando l’orologio che segnava mezzanotte e mezza.
“Io vado a letto. Buonanotte e sogni d’oro!”
Dissi dirigendomi verso la stanza che mi era stata assegnata.
Mi sdraiai su uno dei tre letti e sperai di poter dormire senza fare strani sogni o cose del genere. Ma ormai lo sapevo. Era tutto inutile. Quel sogno mi avrebbe perseguitata di nuovo.

L’uomo dagli occhi blu intenso, mi guardò soddisfatto.
“Che diavolo vuoi da me?”
Chiesi secca.
“Per il momento niente, ma tra poco dovrai fare qualcosa per me”
“E perché mai dovrei?”
Mi si avvicinò, allungò la mano fino ad accarezzare i miei capelli.
“Perché noi siamo uguali, non trovi? Tu hai bisogno di me come io ne ho di te”
Mi scostai bruscamente. Non mi era mai piaciuto che qualcuno mi toccasse i capelli, ma se era lui, era ancora peggio. Sapevo bene che quello era solo un sogno, altrimenti lo avrei ucciso all’istante. Ma non amavo stancarmi per niente, quindi non lo attaccai.
Eppure soltanto guardando quegli occhi assetati di sangue, rivedevo quelli che erano stati i miei fratelli, i miei genitori, i miei parenti, a terra sanguinanti, privi di vita.
Ancora non capivo perché avesse ucciso tutti fuorché me, ma la risposta che ottenevo ogni volta nei miei sogni era la stessa, ovvero ciò che mi disse quella volta: per il momento non ho bisogno di niente da te, ma tra poco dovrai fare qualcosa per me. Noi due siamo uguali, abbiamo l’uno bisogno dell’altro.
Che diavolo vuol dire?
Soltanto il pensare a lui, a quelle parole, mi faceva incazzare, ma doverlo persino sognare tutte le notti era veramente troppo.
Lui mi si avvicinò nuovamente.
“Tu non mi vuoi aiutare, vero?”
“Per quale assurdo motivo dovrei voler aiutare proprio te?”
“È un no, immagino... Peccato, dovrò ucciderti”
Detto questo, mi trapassò con la lunga spada, squarciando il mio petto.
Il dolore non potevo sentirlo, essendo un sogno, ma vedevo il sangue scrosciare sul terreno e sapevo bene che la mia mente sarebbe rimasta lucida ancora per poco.
“Morto. Morto. La prossima volta che ci incontreremo di persona, spero di trovarti morto”
E mentre stavo per perdere il controllo, mi risvegliai in quella piccola stanza.
Il sole stava sorgendo in quell’istante e il cielo si ricopriva di quello strano colore, orribile, che niente aveva a che fare con il rosso sangue che si intravedeva al tramonto.
“Beh, tanto vale alzarsi”
Mi dissi, continuando a fissare il paesaggio fuori dalla finestra.

Capitolo 3 – Manga ~ Kunihiko Yamada

Il sole era ancora basso in cielo, ma mi alzai ugualmente, vedendo che il letto di Rai era vuoto.
Uscii sul giardino e vidi il ragazzo che chiacchierava con Hinata, entrambi seduti sull’erba.
“Buongiorno!”
Salutai sorridendo.
“Buongiorno!”
Mi risposero loro due, con lo stesso sorriso.
La ragazza si alzò.
“Io ho un po’ di cose da fare, quindi devo lasciarvi. Ciao!”
Rientrò in casa.
Mi sedetti di fianco al mio amico.
Effettivamente, io e Rai ci conoscevamo da molti anni e tra noi era nata una bella amicizia. Era come un fratello, per me.
Mi piaceva confidarmi con lui, a cui raccontavo praticamente tutto ciò che mi succedeva, ma lui preferiva non dirmi mai niente, ed il nostro rapporto d’amicizia era sempre sopravvissuto solamente perché a me non interessavano i fatti suoi.
Anche se lui non mi diceva mai cosa lo preoccupasse, ormai avevo imparato a capire quando i suoi sorrisi erano veri e quando no, quando mi diceva la verità e quando invece mi mentiva.
“Allora, di cosa stavate parlando?”
“Ma niente di che”
Bugia.
“Ah..”
Fu tutto ciò che riuscii a rispondere.
Perché mentirmi? Pensava che quella ragazza, appena conosciuta, potesse aiutarlo più di quanto non lo avessi potuto fare io? Non riuscivo proprio a capirlo
Cominciai a fissare il cielo, silenzioso, cosa abbastanza strana per me.
Lui, come immaginavo, non se ne accorse neanche. Era troppo impegnato nei suoi pensieri. E non parlandomene mi faceva solo preoccupare.
Mi alzai e rientrai dentro.
Andai subito verso la ragazza che, ovviamente, stava leggendo.
“Che cosa vi siete detti?”
Chiesi secco. Non avevo voglia di usare le buone maniere.
Lei alzò lo sguardo.
“Lui non te lo ha detto?”
“No”
“E allora perché te lo dovrei dire io?”
Rispose semplicemente e tornò a leggere.
Mi rattristai un po’.
“Perché lui sembra preoccupato per qualcosa, ma non mi vuole mai parlare di queste cose”
Lei alzò nuovamente lo sguardo e, sorridendo, disse:
“Se dovesse mai aver bisogno di parlare con qualcuno verrà sicuramente da te”
Sospirai. Quella risposta non mi aveva soddisfatto.
Non avevo voglia di stare in casa, ma non mi andava di stare nel giardino solo con Rai, ma il caldo opprimente della abitazione mi costrinse ad uscire. Decisi però di prendermi qualcosa da leggere. Alla fine optai per Bleach.
Notai una sedia a dondolo, su cui mi sedetti, e comincia a leggere il manga.
Immerso com’ero nella lettura, mi presi un colpo quando due ragazze, proprio davanti a me, cominciarono a parlare.
“Ehi, Kei-Chan, sono loro?”
“Direi proprio di sì! Ma ce ne sono solo due, Kae-Chan”
Alzai lo sguardo verso le due fanciulle e mi trasalii quando vidi come erano vestite.
La più alta delle due aveva lunghi capelli neri, legati in una coda, gli occhi verdi ed indossava una camicetta tutta strappata, scollata e aderente – dalla quale si cedeva benissimo il reggiseno – e una gonna che sembrava quasi inesistente.
Quella più bassa, con il viso più fanciullesco, aveva invece dei capelli biondissimi, legate in due codini, e occhi blu. Portava un vestito, che di certo non copriva più della maglia e della gonna dell’altra ragazza.
Rai, che era poco vicino a loro di me, le guardò male.
“Gli altri potrebbero essere dentro!”
Concluse la ragazza più bassa.
“Chi diavolo siete?”
Fu la domanda di Rai. Certamente più sensata della mia – che mi chiedevo se fossero uscite da un manga Hentai.
“Io sono Keiko”
Disse la ragazza alta.
“Mentre io sono Kaede!”
Aggiunse l’altra ballando.
“Voi due siete Rai Sugiyama e Kunihiko Yamada, o sbaglio?”
“Che volete da noi?”
Chiesi alzandomi, ed appoggiando il manga sulla sedia.
“Uccidervi, mi sembra ovvio!”
Risposta un po’ macabra da sentire da una ragazzina, che sembrava più una bambina, mezza nuda e con il viso sorridente.
Prima ancora che potessi accorgermi di qualcosa, Rai aveva creato un pugnale con l’elettricità e si era scagliato verso le due sfortunate. Veloce come il fulmine.
Infilò la lame nel braccio di Keiko, facendolo sicuramente apposta, e le intimò di andarsene.
Le due non fecero cenno di voler lasciare il campo.
Anzi, entrambe sembravano veramente arrabbiate.
“Ve lo abbiamo già detto: siamo qui per uccidervi”
Fu di nuovo Kaede a parlare.
“Se tornassimo indietro senza l’energia che ci serve, verremmo uccise, e tra l’altro, se uccidessimo voi, verremo sicuramente promosse!”
Dal discorso dell’altra ragazza, si poteva capire benissimo per chi lavorassero.
Le due ragazze hentai, non erano altro che demoni inviati dal Dio degli Inferi, Enma.

Capitolo 4 – Genio ~ Chika Yoshida

Il bollitore del tè faceva sempre troppo rumore, ma da fuori venivano rumori ancora più forti.
“Hinata-Chan, vai a dare un’occhiata a ciò che succede là fuori?”
“No grazie! Sono occupata! Quando avrò finito il capitolo, magari..”
“Quanto ti manca?”
Sentii uno sfogliare di pagine.
“Una decina di pagine”
“Ho capito... devo andare io”
Uscii da casa e vidi subito le due ragazze mezze nude.
“Ehi! Kei-Chan! Ce n’è un altro!”
La ragazza più piccolina mi accolse festosa, mentre l’altra mi fissò a lungo.
“Non preoccuparti, Kae-Chan, è solamente Chika Yoshida! Non ci farà niente!”
La fulminai.
“Credi veramente di poter sottovalutarmi così?”
“Gli altri due li abbiamo già stesi!”
Guardai alle mie spalle e vidi Rai e Kunihiko stesi a terra, ma ancora coscienti.
“Che tipo di potere hanno?”
Chiesi direttamente
“E chi lo sa! Le due ragazze hentai mi hanno attaccato da dietro!”
“Se tu sei un idiota che da le spalle ad un nemico, Kunihiko!”
“E a te, ti hanno beccato in faccia!”
“Perché per colpa tua mi ero distratto!”
I due ragazzi erano nuovamente in piedi.
“Kei-Chan! Li uccidiamo sì o no?”
“Certo! Ora facciamo sul serio!”
“Non sa ancora chi siamo!”
Si accorse la ragazzina che sembrava sconvolta.
“Ah! Hai ragione! Deve avere il privilegio di potersi vantare di essere stato ucciso da noi due, quando finirà agli inferi!”
Le guardai perplesso.
“Allora, io sono Keiko, mentre la mia piccola aiutante è Kaede!”
“Veramente non me ne fregava niente”
Disse chiaro.
Keiko tappò le orecchie a Kaede.
“Non sentire le bestemmie che dice quest’infame!”
Sospirai.
“Queste due sceme sono i demoni che dobbiamo affrontare?”
“Esatto! Ma come hai fatto a capire che si tratta di demoni?”
Kunihiko... Così ingenuo... Che carino!
“Secondo te, chi potrebbe mai attaccarci?”
“Ah.. Giusto!”
Sospirai di nuovo.
Mi girai nuovamente verso le due avversarie. La loro espressione era cambiata del tutto. Sembravano veramente arrabbiate o indignate. I miei commenti non dovevano essere piaciuti troppo.
“Muori!”
L’unico commento proveniente da entrambe.
Si presero le mani e si avvicinarono l’una all’altra, fino a sfiorarsi i nasi.
“Ahh!!! Mi sono sbagliato!! Non era un manga Hentai, ma uno Yuri!!”
Guardai Kunihiko perplesso. Che cavolo di commenti faceva in un momento del genere? Tra l’altro commenti da pervertito!!!
Rai gli tirò un colpo leggero perché si concentrasse.
Le due, che non ascoltarono, né fecero caso a noi, sciolsero le loro mani, sprigionando un enorme energia che ci spazzò tutti e tre a terra.
“Prima siete stati colpiti da questo?”
“Sì, ma era meno forte!”
Rispose immediatamente il biondo.
All’improvviso, qualcuno uscì dalla casa urlando.
“Fate un po’ di silenzio!! Io sto cercando di leggere!”
Hinata era veramente arrabbiata.
Fissò le due ragazze con furia omicida. Ora sì che sembrava una Kimura e sperai vivamente di poterla vedere in azione. Sarebbe stato un vero e proprio sogno divenuto realtà.
Keiko e Kaede, purtroppo, non erano delle sprovvedute e, appena la riconobbero, se ne andarono.
La ragazza tornò in casa e noi la seguimmo.
Non era certo l’unica ragazza imbestialita là dentro. Umiko scese le scale lamentandosi del fatto che lei cercava di dormire e che avremmo dovuto rispettare i suoi orari e, la prossima volta che l’avessimo costretta ad alzarsi a quell’ora – le 10.00 – ci avrebbe uccisi uno dopo l’altro.
Si alzarono anche gli altri due, che almeno non si lamentarono.
Li feci sedere a tavola e servì il tè che, intanto, aveva finito di prepararsi.
“Cos’erano quei rumori?”
Chiese Hikaru preoccupata.
“Siamo stati attaccati”
Rispose Kunihiko che, insieme a Rai, raccontò l’accaduto.
“Non siete riusciti a capire cosa fosse ciò con cui vi hanno attaccati?”
Chiese Umiko.
“Energia”
Risposi io. Gli altri mi guardarono incuriositi.
“Non ne sono certo, ma credo che ci abbiano attaccati incanalando la propria energia in un solo colpo”
“Ah! Tipo la Kamehameha di Goku!”
Perché i commenti di Kunihiko dovevano essere così spiazzanti?
“Ehm.. Sì”
Rai trattenne a stento una risata e l’amico, notatolo, gli tirò una gomitata.
“Comunque, grazie all’arrivo di Hinata-Chan, se ne sono andate subito” cercavo di sembrare allegro, ma si capiva benissimo che mi dispiacesse non averle potute studiare come si deve. Quando mi sarebbe ricapitata un occasione del genere?
“Wow, Hinata! Devi essere davvero forte per averle spaventate in quel modo!” Hikaru sembrava aver trovato il suo modello di ispirazione, e la cosa era preoccupante, considerando chi fosse l’oggetto delle sue attenzioni.
“Per essere forte, sono forte, ma quelle due se ne sarebbero andate anche se fosse uscito qualcun’altro.. Due contro quattro non è un gran lotta”
“Io non credo..” Risposi “Noi tre siamo stati spazzati via come ramoscelli e anche se avessero attaccato te credo avresti fatto la stessa fine. Infatti non riesco proprio a capire.. Forse è semplicemente perché eri tu, Hinata-Chan”
“Non credo, comunque potresti evitare di chiamarmi con il ‘Chan’? Ancora non ci conosciamo e mi da non poco fastidio!” Sorrise forzatamente.
“Mmm... ok... non sei più abituata, vero?”
Mi fulminò con lo sguardo e capii che era meglio cambiare argomento.
“Dovremo trovare un modo per contrastare quell’attacco.. è troppo pericoloso e non è detto che si tratti di una prerogativa di quelle due. Potrebbe benissimo trattarsi di un potere comune a tutti i demoni”
“Quindi non credi che quelle due potessero controllare l’energia?” Chiese Rai, curioso.
“Direi proprio di no.. riuscire a controllare l’energia, equivarrebbe ad avere il controllo completo sulle sorti di un combattimento... Nel senso: mettiamo caso che io possa controllare l’energia, in questo caso controllerei non solo la mia energia, che quindi sarebbe inesauribile, ma anche quella dei miei avversari, che viceversa, rimarrebbe subito sfiancati. È un potere che va oltre l’immaginazione, troppo potente e difficile da controllare, probabilmente porterebbe alla follia immediatamente. Tra l’altro se quelle due avessero avuto veramente questo potere, non ci avrebbero attaccati con sfere di energia, ma ci avrebbero privati della stessa. Sarebbe stato più veloce e meno stancante”
“Il tuo discorso non fa una piega” Rai sembrava d’accordo con me, come tutti gli altri.
“Allora, come possiamo controbattere al loro attacco?” Umiko passò direttamente al lato pratico.
“Ancora non lo so.. Mi servirebbe un po’ di tempo per pensare.. Nei manga si vede spesso che per contrastare una sfera d’energia, bisogna fare lo stesso, utilizzando più energia o semplicemente schivarla, ma non credo sia facile né l’uno né l’altro..”
Rimasi in silenzio a riflettere per qualche minuto, mentre gli altri discutevano e proponevano strategie che nemmeno ascoltavo. La soluzione era veramente vicina, la potevo quasi toccare, ma mi sfuggiva continuamente. Mi concentrai ancora di più, isolandomi completamente, fino a non sentire nemmeno più la loro presenza e, con un inaspettato balzo, riuscii ad afferrarla: la soluzione era molto più semplice di quanto non avessi mai potuto sospettare, e finalmente si era buttata tra le mie braccia.
“Trovato!”
Avrei voluto urlarlo, ma la voce, colma di emozione per il mio immenso genio, uscii abbastanza flebile, ma abbastanza forte perché tutti sentissero.
Si voltarono verso di me, aspettando la tanto agognata risposta.

Edited by ‚ h i n a`Jiii~h - 21/5/2010, 21:36
 
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(Giù;BAKA!
view post Posted on 13/5/2010, 20:03




Ovviamente non sarà una sana di mente perchè dato che la hi non è una sana di mente anche i suoi Pg non saranno sani di mente. (teoria giù giù)
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 13/5/2010, 20:40




devo dire che per una volta hai ragione!!! credo di non essere proprio capace a creare personaggi sani ù_
comunque, AGGIORNATO!!
 
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(Giù;BAKA!
view post Posted on 13/5/2010, 20:51




CITAZIONE (‚ h i n a`Jiii~h @ 13/5/2010, 21:40)
devo dire che per una volta hai ragione!!! [/color]

*coff*
ciò non mi quadra >___>
Comunque... beh! Devo dire che sta andando bene ..e non vedo l'ora che tutti diventino pazzi ;D
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 13/5/2010, 20:54




è così ù_ù
cmq non so se impazziranno tutti.... devo ancora decidere...
 
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y u m i ‚
view post Posted on 15/5/2010, 14:56




Mi piace Mi piace Mi piaceeeee!!!!*______________*
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 15/5/2010, 15:35




grazie X3
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 17/5/2010, 19:52




aggiornato!!!
 
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y u m i ‚
view post Posted on 19/5/2010, 16:10




Che grandi le due ragazze Hentai!!!!*________*
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 20/5/2010, 10:05




XD grazie!!!
 
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‚ h i n a`Jiii~h
view post Posted on 21/5/2010, 20:38




aggiornatooo
 
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10 replies since 13/5/2010, 19:49   91 views
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